Per contrastare l’aumento di infortuni/malattie professionali la strada da percorrere è la Prevenzione. Ci si deve focalizzare di più sull’Elemento Umano, e quindi sulle caratteristiche anatomiche/fisiologiche del lavoratore.
LE 3 VERITA SULLE MALATTIE PROFESSIONALI
1 Le malattie professionali non sono mai frutto del caso;
2 Ogni malattia professionale ha la sua storia, le sue ragioni, gli elementi che la hanno
resa possibile;
3 Ogni azienda ha il numero e il tipo di malattie professionali che accetta di avere
PROMUOVERE LA SALUTE NEL LUOGO DI LAVORO
“La promozione della salute nei luoghi di lavoro (WHP) è lo sforzo congiunto dei datori di lavoro, lavoratori e società per migliorare la salute e il benessere dei lavoratori.
Questo può essere raggiunto attraverso la combinazione dei seguenti elementi:
Questo può essere raggiunto attraverso la combinazione dei seguenti elementi:
- miglioramento dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro
- promozione della partecipazione attiva
- incoraggiamento dello sviluppo personale”(Dichiarazione di Lussemburgo, 20071)
WORKPLACE HEALTH PROMOTION: SICUREZZA,
SALUTE E BENESSERE
La Workplace Health Promotion (WHP) nasce nei primi anni 2000, in America e in Canada (NIOSH, 2003; THCU3, 2004), dall’incontro delle esperienze d’igiene e sicurezza del lavoro con la promozione della salute, quando, la ricerca ha provato l’efficacia di integrare la salute occupazionale con la promozione della salute e il benessere organizzativo e psicosociale.
Quest’approccio integrato alla salute dei lavoratori, dal NIOSH definito ‘Total Worker Health’ (TWH), è stato poi rielaborato da altri enti di ricerca in modelli teorici accreditati corredati da guide e strumenti per la progettazione e la valutazione, per perfezionare il rapporto tra la definizione teorica e l’implementazione sul campo di progetti di WHP.
La WHP vuole migliorare le condizioni socio-culturali e socio-economiche dei lavoratori, costruisce competenze individuali e un’organizzazione resiliente. Integra, a sua volta, politiche aziendali, ambienti favorevoli alla tutela della salute con azioni di educazione alla salute per incoraggiare uno stile di vita salutare, attuando ad esempio interventi aziendali a favore dell’alimentazione equilibrata, dell’attività fisica costante, del consumo consapevole di alcol e d’interventi di contrasto al fumo.
La WHP tocca quindi più aspetti (politici, sociali, economici e ambientali), è multisettoriale e multidisciplinare e prevede il coinvolgimento e l’impegno di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti (datori di lavoro, lavoratori, parti sociali, comunità).
Secondo gli autori di questo modello, il benessere psicofisico dei lavoratori è il risultato di tre aree di intervento tra loro integrate:
Quest’approccio integrato alla salute dei lavoratori, dal NIOSH definito ‘Total Worker Health’ (TWH), è stato poi rielaborato da altri enti di ricerca in modelli teorici accreditati corredati da guide e strumenti per la progettazione e la valutazione, per perfezionare il rapporto tra la definizione teorica e l’implementazione sul campo di progetti di WHP.
La WHP vuole migliorare le condizioni socio-culturali e socio-economiche dei lavoratori, costruisce competenze individuali e un’organizzazione resiliente. Integra, a sua volta, politiche aziendali, ambienti favorevoli alla tutela della salute con azioni di educazione alla salute per incoraggiare uno stile di vita salutare, attuando ad esempio interventi aziendali a favore dell’alimentazione equilibrata, dell’attività fisica costante, del consumo consapevole di alcol e d’interventi di contrasto al fumo.
La WHP tocca quindi più aspetti (politici, sociali, economici e ambientali), è multisettoriale e multidisciplinare e prevede il coinvolgimento e l’impegno di tutti i soggetti a vario titolo coinvolti (datori di lavoro, lavoratori, parti sociali, comunità).
Secondo gli autori di questo modello, il benessere psicofisico dei lavoratori è il risultato di tre aree di intervento tra loro integrate:
- rendere facili i comportamenti salutari;
- predisporre l’ambiente di lavoro affinché i comportamenti salutari siano praticabili in orario lavorativo;
- adottare una politica aziendale dell’organizzazione e culturale a supporto della promozione della salute e della sicurezza.
TUTTO COMINCIA DAL CREARE LA CULTURA DELLA SICUREZZA NEGLI AMBIENTI DI LAVORO
Sviluppare, diffondere e concretizzare una cultura della prevenzione e della sicurezza rimane ad oggi, al di là degli interventi normativi specifici e degli adempimenti ad essi connessi, una scommessa impegnativa e stimolante che coinvolge soggetti a vario titolo e a differenti livelli interessati alla valorizzazione del “capitale umano” quale principale risorsa per la realizzazione di un processo concreto e continuo di miglioramento della qualità della vita.
Tali azioni si basano fondamentalmente sulla consapevolezza condivisa che l’educazione alla prevenzione e alla sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro non consiste in una semplice trasmissione di saperi disciplinari e di conoscenze tecniche, né in una imposizione di regole e di norme, bensì si sostanzia in un processo continuo di apprendimento, di modifica e di sviluppo delle caratteristiche cognitive, relazionali, comunicative che accompagna l’individuo nel proprio percorso di crescita nell’arco di tutta l’esistenza e che è finalizzato all’ acquisizione di habitus mentali e comportamentali consapevoli e responsabili, in armonia con gli irrinunciabili principi del rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente.
Per arginare il fenomeno e contrastare l’aumento di infortuni/malattie professionali la strada da percorrere è la Prevenzione. Ci si deve focalizzare di più sull’Elemento Umano, e quindi sulle caratteristiche anatomiche/fisiologiche del lavoratore. Non ci siamo mai chiesti se il lavoratore è veramente in grado di fare ciò che gli viene richiesto. Ed è una condizione che andrebbe vista anno per anno proprio perché la situazione può cambiare.
Tali azioni si basano fondamentalmente sulla consapevolezza condivisa che l’educazione alla prevenzione e alla sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro non consiste in una semplice trasmissione di saperi disciplinari e di conoscenze tecniche, né in una imposizione di regole e di norme, bensì si sostanzia in un processo continuo di apprendimento, di modifica e di sviluppo delle caratteristiche cognitive, relazionali, comunicative che accompagna l’individuo nel proprio percorso di crescita nell’arco di tutta l’esistenza e che è finalizzato all’ acquisizione di habitus mentali e comportamentali consapevoli e responsabili, in armonia con gli irrinunciabili principi del rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente.
Per arginare il fenomeno e contrastare l’aumento di infortuni/malattie professionali la strada da percorrere è la Prevenzione. Ci si deve focalizzare di più sull’Elemento Umano, e quindi sulle caratteristiche anatomiche/fisiologiche del lavoratore. Non ci siamo mai chiesti se il lavoratore è veramente in grado di fare ciò che gli viene richiesto. Ed è una condizione che andrebbe vista anno per anno proprio perché la situazione può cambiare.